Il calcio, come ricordava spesso nelle sue dichiarazioni il grande Pelè, è un linguaggio universale che accomuna popoli diversi, diverte e interessa chi lo pratica e chi ne è appassionato. Non è poco, è tantissimo, è la realtà. Crea senso di appartenenza che è una delle componenti forti nello sport e anche nel sociale.
In sintesi è un fattore collettivo importante che per vivere e sopravvivere necessita anche del ricordo dei personaggi che lo hanno nobilitato, un distintivo da esporre per non cancellare, in questo caso, le tracce di un calcio di alto livello per decenni rappresentato dalla squadra rossonera dell' Aosta 1911.
E questo distintivo di carattere cosi emblematico per la nostra realtà potrebbe idealizzarsi dedicando la struttura sportiva, ora anonima, sita in zona Palaghiaccio a Giorgio Dalmonte figura di spicco, aostano, di quella squadra e di quel periodo, personaggio che per rinverdirne lo spessore, non deve essere raccontato, sono sufficienti poche eccellenti note per apprezzarlo.
Giorgio Dalmonte, "Checca" per i tifosi, negli anni '50 con le sue doti da predestinato si impose alle attenzioni dei grandi club nazionali con prestazioni e gol che dall' Aosta allora in Serie C , gli permisero il salto nella massima categoria in serie A nel blasonato Genoa e poi nel grande Milan dei Nordhal, Liedholm, Schiaffino, Radice giocando anche in Champions e vestendo la maglia azzurra della Nazionale B e Nazionale Giovanile.
Un curriculum da grande, un vanto per la nostra Regione. Un talento puro che purtroppo le luci della ribalta non sempre lo accompagnarono. Dimenticato dai più, destino dei semplici, dei puri e per questo più meritevole.
Comunque un grandissimo aostano dello sport che merita un giusto mai tardivo riconoscimento col messaggio alla Città, alla Regione che le radici di un calcio che conta, che rappresenta non sono del tutto recise. E allora voi che potete, coraggio, la memoria esiste anche nello Sport e questa dedica sarebbe apprezzata e anche dovuta.