Si è tenuto ieri, martedì 27 maggio, presso l’Università degli Studi della Valle d’Aosta l’incontro formativo “21 tappe per l’equità di genere nello sport italiano”. Un’avventura, quella con il mondo accademico, cominciata il 26 luglio 2024 quando è stata siglata la convenzione tra Università e Comitato Regionale CONI Valle d’Aosta con l’auspicio di creare un approccio integrato a favore dello studente-atleta.
Il progetto, inserito all’interno delle 21 tappe che hanno attraversato le regioni d’Italia per l’approfondimento delle tematiche di genere, è stato arricchito dall’intervento di figure di spicco nel mondo CONI, CIO, della Fondazione Milano Cortina e dell’Università.
A condurre la serata Marina Fey - Direttore Scientifico della Scuola Regionale dello Sport del CONI Valle d’Aosta nonché Sovrintendente agli Studi – che ha presentato e lasciato spazio alle maggiori autorità regionali, tra cui il Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta Renzo Testolin e l’Assessore alla salute, sanità e politiche sociali Carlo Marzi, comunali con la presenza in sala del Sindaco di Aosta Gianni Nuti e dell’assessore allo sport Alina Sapinet, ma anche dai padroni di casa: la rettrice Manuela Ceretta e il membro del Comitato Unico di Garanzia Dania Dimauro.
I lavori hanno preso avvio con l’intervento della direttrice del Territorio CONI Cecilia d’Angelo che, oltre a rilevare ancora la mancanza di donne nelle posizioni di vertice, si è mostrata propositiva alla luce del lavoro che le federazioni stanno svolgendo per aumentare le parità di genere attraverso i progetti nazionali giovanili. Un fil rouge che ha unito tutti i relatori della serata nell’impegno verso una diminuzione delle discriminazioni e riscontrabile proprio a partire dal fattore Olimpiadi: per la rappresentante del CIO Charlotte Groppo “l’olimpismo ha un ruolo preponderante nell’accompagnamento della società in maniera più ampia”, mentre per la vicepresidente del CONI nonché medaglia d’argento a Innsbruck 1976 Claudia Giordani “l’Olimpiade crea uno spirito di gruppo rendendo tutti partecipi del cambiamento in atto” in una società dove gli articoli al maschile sono ancora troppo frequenti e i media sono fermi a degli stereotipi di genere. Così come per Parigi 2024 finalmente si è potuto parlare di equità dei sessi tra gli atleti presenti, quasi lo stesso si potrà dire per MilanoCortina 2026, edizione presentata durante la serata dal pluricampione Federico Pellegrino e che sarà la più paritaria nella storia dei giochi invernali. Non solo, l’impegno della Fondazione Milano Cortina continuerà anche dopo l’evento mediante l’introduzione di uno strumento per il mainstreaming che lasci un’eredità sul territorio.
L’impegno verso una maggiore parità non riguarda però solo l’alto livello, ma parte dalle pratiche quotidiane come ha tenuto a sottolineare la sociologa Alessia Tuselli perché lo sport è uno spazio costruito collettivamente dove tenere sempre a mente le diversità tra uomo e donna; alla luce di questo, l’auspicio del dott. Gianfranco Puddu è quello di rendere la parità una realtà di campo come già il CONI sta facendo mediante i suoi progetti nazionali giovanili, in particolare con il format del Trofeo CONI che prevede la partecipazione del 50% di entrambi i sessi per la maggior parte delle discipline. Ma non solo il mondo sportivo si sta attivando, anche l’Università della Valle d’Aosta, forte della convenzione siglata l’anno passato sta cercando di coniugare ricerca e partecipazione sportiva tramite l’avvio di un progetto di dual career e del neonato Master in Psicologia dello Sport la cui partecipazione è prevalentemente al femminile come affermato dalla prof.ssa Anna Maria Pioletti responsabile del settore sport per l’Ateneo.
Il presidente Jean Dondeynaz ha mostrato la sua soddisfazione per l’organizzazione di un evento che ha arricchito il programma della Scuola Regionale dello Sport e che ancora una volta sottolinea la forza dello sport nell’abbattimento di barriere altrimenti difficili da superare in altri contesti.