Federico Pellegrino ha vinto una bellissima quanto luccicante medaglia d'argento nella 15km sprint a tecnica libera delle Olimpiadi invernali e giustamente ha festeggiato con la famiglia in collegamento con l'Italia. E nonostante l’entusiasmo alle stelle Chicco d’argento tiene i piedi ben fermi negli attacchi degli sci.
“Otto anni fa a Sochi è stato un sogno, ma mi ha fatto capire che non era abbastanza il mio modo di allenarsi e di vivere. Quell’esperienza ha fatto scattare qualcosa nella mia testa che mi ha fatto diventare il più professionista possibile, più professionale possibile con i risultati che sono arrivati. Però il sogno era sempre al 2022” ha commentato a mente fredda Federico Pellegrino.
E per il poliziotto di Nus il sogno si è “trasformato in obiettivo, che – dice - come ho sempre detto, era arrivare qui e dimostrare il mio meglio. E che il mio meglio qui, anche oggi così come tante altre volte abbia voluto dire medaglia olimpica è qualcosa d’incredibile”.
Ma l’ultimo anno è stato complicato “a livello mentale e al livello di pressione che io stesso mi son messo sulle spalle. Ho fatto una scelta azzardata, che solo in questo momento può essere giustificata e mi rende orgoglioso del fatto che da un’idea, un’attitudine insita dentro di me, sia arrivato un altro grande risultato”.
Indubbiamente nella 15km sprint a tecnica libera di Pechino, Federico era tecnicamente il miglior Pellegrino che si definisce “un vincente”; per questo come racconta “appena passata l’emozione mi son messo a pensare come avrei potuto battere Klaebo, perché oggi non era imbattibile. Non è stato il migliore delle volte in cui l’ho incontrato anche se lui è il migliore. Sono estremamente soddisfatto, provo un senso di appagamento incredibile”.
Per la verità le speranze di un successo erano tante, ma in pochissimi ci credevano e anche adesso, per come è iniziata la stagione non era scontato pensare di arrivare qui a medaglia. Pellegrino si riconosce il merito del suo merito di lavorare e delle alle persone, sottolinea, “che vivono e lavorano con me, a cominciare da mia moglie Greta (Laurent ndr), passando per i tecnici che ci hanno seguito quest’estate, il mio compagno di allenamenti De Fabiani, lo skimen e il mio fisioterapista”.
Pellegrino dice ancora: “Continuo a pensare che l’esperienza con i russi sia stata, a livello lavorativo, la più interessante della mia carriera ed è un approccio totalmente diverso e che appunto rimpiango di non averlo provato”. La medaglia d’argento confessa: “Ho apprezzato il mio lavoro del 2014-2018 in cui ho dato tanto, non era più possibile continuare così perché avevo dato tanto e abbiamo reimpostato tutto modificando alcune cose. Non è andato a buon fine il piano A e doversi ritrovare dopo il terzo anno a ricominciare non è stato facile ma ho avuto la fortuna e l’intelligenza di scegliere bene le mani nelle quali mettermi per dimostrare il meglio di me”. Grande Federico Pellegrino per ora sei un prezioso Chicco d’argento che potrebbe diventare d’oro.