"La cosa in assoluto più stimolante di queste trasferte è la possibilità di fare delle sedute a fianco di atleti di altissimo livello, provenienti da ambienti e culture differenti dalla mia, senza la frenesia e i ritmi serrati imposti dalla stagione invernale". Così Federico 'Chicco' Pellegrino, campione valdostano di sci di fondo, commenta le quattro settimane trascorse in Norvegia e dedicate esclusivamente allo skiroll estivo.
"Chiacchierare con l'avversario sulle tipologie e filosofie di lavoro durante un allenamento di due ore è ben diverso che farlo nei dieci minuti che passano dalla fine di una gara alle cerimonia di premiazione - osserva Pellegrino -e per diventare atleti migliori continuare a confrontarsi con gli altri è un aspetto fondamentale".
Durante giorni norvegesi, Chicco ha avuto l’occasione di lavorare con i ragazzi della nazionale italiana di biathlon (al Blink Festival hanno partecipato anche loro), con i fondisti americani e, ovviamente, con numerosi atleti 'di casa', su tutti Iversen e Toenseth.
"Ho sfiorato persino Klaebo - dice con un sorriso Pellegrino - il cui nonno, che è anche il suo allenatore, mi aveva proposto di fare qualche seduta insieme ma, complice la sua necessità di riposare dopo un ritiro, questo impegno è stato spostato. L’unico momento di confronto con Johannes, oltre alle gare, è stata una sfida ai calci di rigore nell’intervallo della partita di calcio dei preliminari di Champions League tra Rosenborg e Maribor, purtroppo per me persa malamente. Chi ha visto via social i miei tiri al Lerkendal Stadion di Trondheim, può aver capito il perché io abbia scelto lo sci di fondo a 16 anni…".
Le strade norvegesi "sembrano progettate ad hoc per gli skiroll - prosegue il valdostano - grazie alla presenza di numerosi percorsi alternativi e circolari, alle ampie piste ciclabili che ci sono a lato di tutte le strade più trafficate e di una popolazione appassionata e rispettosa, che è più facile ti chieda un selfie mentre ti alleni piuttosto che lamentarsi della tua presenza sulla carreggiata in cui stanno guidando. È un modo completamente diverso di vivere lo sport e, più in generale, lo scorrere del tempo. Sembrano tutti rilassati, in Norvegia, soprattutto al di fuori dei due, tre grandi centri urbani del Paese, di certo una bella differenza rispetto a noi italiani che, fedeli alla nostra cultura latina, andiamo sempre a mille all’ora con l’aria di chi è perennemente in ritardo".
Questo approccio più sereno alla vita si riflette poi, secondo Pellegrino, anche nel modo in cui i grandi sciatori locali interpretano la disciplina, dando un ruolo chiave fin dalle prime stagioni da professionisti alla responsabilità dell’atleta nella scelta della preparazione da svolgere.
"Ognuno di loro, pur mantenendo sempre il paracadute di un allenatore che lo conosce e lo accompagna nell’avanzare delle stagioni - conclude Chicco - prepara le sedute potendo contare su una grande autonomia decisionale il che, nel momento del grande risultato raggiunto, non fa altro che aumentare la fiducia nei propri mezzi, forse l’elemento più importante in assoluto. Essere i principali responsabili della propria preparazione, e conseguentemente anche della performance in gara, li obbliga a prendere immediatamente possesso delle dinamiche decisionali, aiutandoli così ad accrescere la fiducia nei propri mezzi. In un cerchio che si autoalimenta: lavoro, autonomia, risultati, fiducia, quindi più lavoro".