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ATTUALITÀ | 23 febbraio 2024, 20:53

Celebrato l'anniversario del titolo olimpico della Staffetta italiana di sci di fondo

Giovedì 22 febbraio a Sappada, in Friuli Venezia Giulia, alle celebrazioni per la ricorrenza dei 30 anni dalla vittoria della 4x10 chilometri di sci di fondo nei XVII Giochi Olimpici invernali, disputati a Lillehammer, in Norvegia, dal 12 al 27 febbraio 1994

Il primo a sinistra l'Assessore Giulio Grosjacques. Al centro Marco Albarello

Il primo a sinistra l'Assessore Giulio Grosjacques. Al centro Marco Albarello

Il 22 febbraio l’Italia vinse la medaglia d’oro olimpica nel Birkebeineren Stadium di Lillehammer davanti a 200.000 tifosi norvegesi, famiglia reale compresa, pronti a festeggiare la vittoria della nazione identitaria del movimento dello sci di fondo, la Norvegia. La vittoria in Staffetta della nazionale azzurra diventò così un’impresa sportiva rappresentativa di un’eccellenza di gruppo, dell’intero movimento dello sci di fondo italiano.

Marco Albarello - insieme ai compagni Maurilio De Zolt, schierato in prima frazione, Giorgio Vanzetta, in terza, e Silvio Fauner, in quarta – regalò, anche alla Valle d’Aosta, il più importante riconoscimento olimpico: la medaglia d’oro.

Marco Albarello vinse anche il bronzo nella 10 chilometri classica, il suo format preferito nel quale si era laureato Campione del Mondo nel 1987 ad Oberstdorf, in Germania.

Lillehammer 1994 fu l’olimpiade dell’Italia con il maggior numero di medaglie vinte, 20, delle quali 7 d’oro, 5 d’argento e 8 di bronzo e delle quali 9 arrivarono dallo sci di fondo. L’Italia degli sport invernali non riuscì più a ripetere un risultato del genere, né a livello assoluto, né nello sci di fondo.

«Il titolo olimpico di Marco Albarello e degli altri medagliati italiani fu testimonianza di un eccellente lavoro di squadra – dice l’Assessore Giulio Grosjacquesnel quale le singole individualità concorsero al raggiungimento del massimo risultato. Una pagina di storia dello sport che diede nuovo impulso al settore degli sport invernali con un’importante declinazione dal punto di vista antropologico, sociale ed economico. I giovani del tempo si avvicinarono alla pratica dello sci, aumentò il numero di tesserati e il turismo della neve ebbe un nuovo impulso.

La grande tradizione della Valle d’Aosta nel mondo dello sci continua e i nostri campioni di oggi continuano ad onorare ed esaltare la più piccola regione d’Italia. L’auspicio è quello di continuare a lavorare con impegno, dedizione ed efficacia avendo come esempio i loro risultati».

red.

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