Tennis per passione, tennis per professione, tennis per hobby, tennis per passatempo. Insomma per Fabio Paonessa, Maestro nazionale di 44 anni, il tennis è tutto e forse qualche cosa di più. E’ uno stile di vita. Padre di due figlio: Matteo di 18 anni che gioca a basket, e Alice di 15 anni che si è già distinta in numerosi tornei.
Fabio, come sei arrivato al tennis?
“Sono arrivato al tennis un po per caso, i miei genitori avevano un’attività vicina allo storico Tennis Club Aosta e mi hanno portato a frequentare un corso di tennis; da li è nata la grande passione“
Fabio Paonessa con Nathalie Viérin quando hanno a giocato al Roland Garros.
Perché hai scelto di fare il Maestro Federale?
“Il tennis mi ha conquistato da subito e quando la passione è grande, cerchi in tutti i modi di poterla coltivare con tutte le forze. Non avendo i mezzi per poter fare il giocatore, diventare Maestro mi ha permesso di stare in questo settore e mi ha dato l’opportunità di far diventare una grande passione un grande lavoro“
Difficile superare il corso?
“Quando ho fatto il corso io nel 1998 era molto difficile la selezione; dopodichè l’esperienza di un anno a Roma è stata super positiva e gratificante, soprattutto nel tirocinio pratico che ho svolto al Brallo e dove ho trovato nel Direttore Tecnico Roberto Catalucci una persona molto severa ma che mi ha insegnato tantissimo“
Bene! Quale è la realtà tennistica valdostana?
“Io credo che sia una realtà che gode di ottima salute; le Scuole Tennis stanno lavorando molto molto bene, i Tecnici sono sempre più collaborativi salvo rare eccezioni, il livello dei bimbi e dei ragazzi è comunque sopra la media“
Praticare il tennis in Valle è più complicato che altrove?
“E’ sicuramente più complicato per chi lo vuole fare a livello un po' più agonistico perché dal punto di vista logistico ci si deve spostare sempre almeno in Piemonte per poter programmare un percorso formativo di gare e tornei. Dal punto di vista della qualità credo che sia un vantaggio, qui i ragazzini non sono dei numeri, ma vengono seguiti veramente con grande attenzione sia all’interno delle Scuole Tennis che dal Settore Tecnico Regionale, un’attenzione che purtroppo sovente è fin poco apprezzata o data per scontata dai ragazzi e dalle famiglie“
Se per un giorno potesse decidere sulle scelte da fare per tennis?
“Qualsiasi scelta dovessi fare la farei per i giovani, investirei ancora di più sui piccolissimi, è un settore super interessante dal quale tra l’altro si possono fare emergere i campioni del futuro. Già si sta facendo tanto in tal senso, a livello regionale direi tantissimo, ma sono convinto che a livello federale potrebbero fare ancora di più“
E’ possibile ipotizzare un valdostano ad alti livelli?
“Certo ma ne abbiamo avuti già tanti; io non so quante regioni possono vantare i nostri traguardi; con i nostri piccoli numeri abbiamo avuto una giocatrice numero 103 al mondo, una giocatrice in Fed Cup, più giovani che hanno conquistato titoli Italiani in differenti categorie, in questo momento abbiamo 4 giovani che hanno ranking internazionale junior, e a livello dei più piccini abbiamo una bella base sulla quale fare buon affidamento. Ricordiamoci che per arrivare ad alti livelli nel tennis ci vanno un sacco di cose, purtroppo non bastano le abilità tecniche, ci va un fisico capace di lavorare a pieni giri, ci va una voglia incredibile di fare grandissimi sacrifici, ci va una famiglia capace di alleggerire gli stress anziché di farli crescere, ci va una programmazione precisa e ben dettagliata e soprattutto ricordiamoci che ne arrivano veramente pochi al mondo ad alti livelli“
Quali sono i rapporti con le direzioni didattiche per promuovere il tennis nelle scuole?
“I rapporti con le Direzioni Didattiche direi sono buoni e stanno migliorando di anno in anno. Grazie al progetto “Racchette in classe” più Scuole Tennis stanno promuovendo la disciplina del tennis nelle scuole elementari durante le ore di educazione motoria. I numeri stanno crescendo credo che sia un’attività fondamentale sia per spingere lo sport del tennis, sia per poter sempre di più avere canali collaborativi con le Istituzioni Scolastiche“
Il sogno nel cassetto?
“Ma onestamente non saprei, penso che come i giovani si immaginino di arrivare a giocare un torneo importante, a me piacerebbe poter essere presente come coach ad eventi di alto livello e di poter vivere nuove esperienze a stretto contatto con il mondo dei pro“
La più grande soddisfazione?
“Sicuramente a livello professionale le emozioni e le esperienze più grandi le ho avute nel periodo in cui ho seguito Nathalie Viérin in un momento in cui lei era una giovane professionista che stava scalando velocemente e con determinazione la classifica WTA”.