Prima il discutibile e discusso dirottamento dei Mondiali 2022 in Qatar sulla scia dei petrodollari, poi l'avventato tentativo delle Sette Sorelle per creare la Superlega, adesso i movimenti supermilionari di calciatori verso club gestiti da facoltosi collezionisti di figurine snobbando e infrangendo le normative Uefa del Fair Play Finanziario.
Fotografie di un calcio che mostra i muscoli, che deroga, del calcio dei potenti o meglio dei prepotenti, quello che avanza snaturando regole ed equilibri inseguendo esclusivamente l'immediato ritorno finanziario e d'immagine. Progetti lungimiranti?
No, circo mediatico dell'immediato dove procuratori ingordi (Mino RAIOLA 70 mln.di commissioni) impongono scelte ai loro assistiti spacciandoli da "bandiere" che giurano amore eterno a chiunque garantsca loro ingaggi superiori inquinando un mercato che dovrebbe essere trasparente e sostenibile. E non lo è.
E' finita l'epoca degli appassionati dello "sport più bello del mondo" quelli che sciorinavano a memoria le formazioni delle loro squadre, adesso, credetemi, non le sanno neppure i presidenti.
Quando Platini nel 2009 pensando e codificando le regole del Fair Play Finanziario ammoniva "passione faccia rima con ragione" credo avesse sentore di questa deriva. E il presagio ora è realtà, siamo alla resa dei conti.
Un movimento soffocato dai debiti, società di ogni categoria costrette a rinunciare al campionato di appartenenza, settori giovanili di facciata e non Scuole calcio impegnate, avventurieri che usano il calcio per ridare verginità ai loro opachi affari cancellando Società e storia.
Brutti segnali anche se, ancora per poco, si galleggia nel paradosso. Chi più si indebita più vince.
Ma è formula drogata che arriva sempre ad un capolinea senza ripartenza.
E le cancellazioni di Società anche gloriose (Chievo, Novara) confermano.