"Quante possibilità ci sono che la Serie A riparta il 13 giugno? Secondo me il 99%". Si sta facendo di tutto per mettere in condizione il sistema di ricominciare. Poi, per sapere quante chance ci sono che il campionato finisca bisognerebbe invece avere la palla di vetro. E’ il vero rischio, l’ho già detto due mesi fa con serenità: in Germania hanno fatto un accordo con i calciatori nel caso le cose non riescano a chiudersi. Nel caso italiano l’obiettivo unico è ricominciare. E’ una questione culturale, questa mentalità del ‘partiamo e poi vediamo’ io non ce l’ho. Nella vita serve sempre avere un’alternativa, un piano B".
Lo ha detto, nel corso di un’intervista radiofonica concessa a Radio 2 il gran capo dello sport italiano Giovanni Malagò.
E se si dovesse registrare la positività di un calciatore a campionato ripartito?
"Abbiamo recepito una direttiva che individua un percorso di coinvolgimento generale e non quello di creare una quarantena individuale. E’ un tema che riguarda il Comitato Tecnico Scientifico con il quale non ho mai interloquito perché tocca giustamente al Governo e il ministro dello Sport e della Salute di farlo. Mi dicono che è una decisione che può essere rivista".
Un Malagò ottimista sulla ripartenza (non così semplice così come appare, con tanti fronti ostili aperti ed da risolvere in qualche modo) e realista sul prosieguo.
Ma allora perchè ripartire?