Avere 77 anni e non sentirli vuol dire essere Nunzio Santoro. Direttore generale dell'Aygreville, pensionato del settore bancario e aostano d'adozione, la passione per il calcio "è nata quando mi hanno tolto le fasce", scherza Santoro ma neanche tanto, visto che i primi calci a un pallone ha iniziato a tirarli pochi giorni dopo aver imparato a camminare.
Poi è stato un crescendo di passione e impegno: a 15 anni veste la prima maglia di carriera, quella dell’U.S. Gabetto, poi nel 1959 quella dell’Fc Valle d’Aosta fino al 1960, quando entra nella Sampdoria in categoria Allievi; dai blucerchiati andò in prestito all'Aosta 1911 in serie D semiprofessionisti; due anni dopo era all'Ivrea in serie C e nel 1964 passò, ancora in prestito, alla gloriosa Pro Vercelli in serie D; l'anno dopo stessa categoria ma con la maglia del Bisceglie per tornare, nel 1966, all'Ivrea in serie C (foto a lato).
"Ma l'amore per la maglia rossonera dell'Aosta era più forte di tutto" ricorda Nunzio, e allora dal 1967 quella maglia tornò a indossarla in Promozione e nel 1968 fu con l'Aosta 1911 che pianse di emozione per la promozione in serie D, dove giocò fino al campionato 1971/72, quando entrò nel Verrès. Un anno in bassa Valle, poi l'approdo allo storico Anpi Elter con la cui maglia conquistò la Promozione nel 1973 per tornare all’Aosta e godersi nuovamente la gioia del passaggio alla serie D dopo che, proprio in sua assenza, i rossoneri erano retrocessi. Piaceva agli allenatori il gioco veloce e intelligente di Nunzio e lui guardava i mister con grande rispetto e ammirazione per quegli uomini che spendevano giornate a insegnare ai ragazzi a tenere la palla fra i piedi, dando nel contempo lezioni di vita.
“Lasciai il calcio giocato - ricorda Santoro - per passare a quella che forse è stata ed è certamente oggi la mia più grande passione: l’allenamento, la formazione dei giovani calciatori, la vita nello staff tecnico delle società”. Una carriera di successo quella di mister Nunzio Santoro, iniziata nel 1974 ottenendo il patentino di allenatore professionista e iniziando l'attività tecnica con l’Aosta 1911, settore giovanile; due anni dopo allena la categoria Promozione e i rossoneri arrivano secondi in classifica; la stagione seguente con la guida di Santoro la squadra del capoluogo valdostano è promossa in serie D. Lui è portato in trionfo e nel 1979 è nominato Responsabile tecnico del Comitato valdostano della Figc.
“Grande esperienza, però ai tavoli del Comitato mi mancavano l’emozione del campo, l’unità dello spogliatoio” spiega Santoro che nel 1980 riprende dunque ad allenare: questa volta è l’Ivrea a trarre il massimo beneficio delle suo programma di training, passando dalla Promozione alla serie D. Nunzio nel canavese ci sta bene “ma la Valle è casa mia”, e allora nel 1982 approva all’indimenticato Maros-Saint-Vincent in Prima categoria: ai termali basta una stagione con lui per conquistare e mantenere la vetta della classifica e salire in Promozione. Al Maros, Santoro resta fino al 1988, quando passa ad allenare l’US Saint-Vincent nel campionato Interregionale, finendo al nono posto. Poi, dopo due anni trascorsi a commentare lo sport valdostano ai microfoni della sede regionale della Rai, dal 1993 al 1994 è consulente di area tecnica per la sua squadra del cuore, l’Aosta.
Dal 1997 al 1999 Nunzio Santoro è osservatore per la Juventus e dal 2002 al 2003 è chiamato dai vertici della nuova società Valle d’Aosta calcio come direttore generale. “Un’avventura appassionante con gli amici di un tempo” ricorda il tecnico, che poi nel 2004 accetta l’offerta del Sassuolo, all’epoca in C2, assumendo l’incarico di collaboratore tecnico dei neroverdi.
“Pensavo che forse la mia carriera sarebbe finita con quell’importante esperienza – ammette Santoro (nella foto insieme a Gigi Radice) – invece non è andata così, anzi…”. Nel 2007 il presidente dell’allora Villeneuve, Silvano Zoppo, gli offre l’incarico di direttore sportivo della squadra, che milita in Promozione. Il tempo di coordinare il lavoro dei rossoneri di alta Valle, e nel 2008 la squadra è promossa in Eccellenza. A Zoppo quel tecnico così passionale e genuino piace al punto che decide di non volersene più separare: Santoro diventa ‘consulente operativo’ del Villeneuve e a quel punto lancia la sua proposta: la fusione di tre squadre ovvero Villeneuve, Gressan e Aymavilles per poter dare continuità all’ambizioso progetto che guarda al semiprofessionismo e anche qualcosa di più ma che il Villeneuve da solo non può mantenere a lungo.
I tre presidenti delle società accettano e concordano anche sul nome della nuova squadra proposto da Santoro: Aygreville. Zoppo non ha dubbi: il direttore generale della società Aygreville Calcio deve essere lui, Nunzio. “Da quel giorno vesto quest’incarico cercando di dare il meglio di me – commenta con soddisfazione il manager calcistico valdostano – ho trascorso una vita tra campi e spogliatoi e continuo a farlo con la voglia e l’entusiasmo di sempre. Sono l’unico valdostano ad aver vinto con la maglia rossonera dell’Aosta tre campionati, due da giocatore e uno da allenatore. Oggi come allora credo fermamente nella formazione dei giovani talenti valdostani; dobbiamo coltivare il nostro ricco e sano vivaio e con l’Aygreville questa mia priorità è pienamente soddisfatta. Si va avanti dunque un passo alla volta, con i nostri ragazzi al fianco. E finche riesco ad andare da Aosta a Saint-Oyen in bici, non ho di che lamentarmi”.