“Penso che ad un certo punto, nella vita, devi capire di essere stato fortunato. L’esperienza conta molto ma le valanghe, le pietre, i seracchi non sanno che sei un esperto, ecco perchè mi ritengo un privilegiato poter essere qui con voi e poter parlare di montagne“.
Memoria storica del Monte Bianco, guida alpina, Lorenzino 'Ino' Cosson è stato il protagonista della conviviale del Panathlon Club du Val d’Aoste che si è riunito nell’accogliente atmosfera della Casa Vacanze dei Padri Somaschi, a Courmayeur. I soci hanno potuto così ascoltare la relazione del giovane Edoardo Saccaro (foto a lato con Carlo Gobbo), aspirante guida, reduce da una affascinante ascensione sulla via Salathé sul mitico El Capitan.
“E’ il sogno di ogni alpinista - ha raccontato - un’esigenza che si avverte mano a mano che si progredisce sulle nostre montagne”. Ha parlato quasi ad occhi socchiusi Edoardo, quasi a voler riassaporare le intense emozioni vissuto sulla parete levigata di questo incredibile monolite che si erge nel cuore dello Yosemite National Park, in California.
“E’ un’arrampicata totalmente diversa da quelle che siamo abituati a fare ed anche i momenti della progressione devono essere adattati di volta in volta alle esigenze di questa parete. Ma è stata un’avventura bellissima ed indimenticabile“.
Le immagini filmate hanno reso ancor più palpabili le emozioni e la ricchezza professionale di cui questo giovane alpinista valdostano ha saputo arricchire il proprio bagaglio. Nel 1974 la prima ascensione sul Nose di El Capitan era stata effettuata da Lorenzino Cosson e Giorgio Bertone, un’impresa allora epica, effettuata nel mese di novembre, con la parete sferzata da pioggia e neve.
“Ho visto le immagini di Saccaro, adesso vi faccio vedere le nostre e non potrete trattenere il vostro stupore” ha detto Cosson, sagace nel dispensare pillole di grande saggezza e sempre diretto nelle sue esternazioni: “Guardate che scarponi avevamo noi, magari ci fossero state le scarpette di oggi...Nelle fessure infilavamo a martellate cunei di legno. Friends e tutto il resto proprio non esistevano...“.
Nei racconti intrecciati si susseguono gli episodi, le battute, i ricordi che entrambi propongono con divertente, ma appassionante disinvoltura. Cosson rivolge parole di grande apprezzamento per il bravo alpinista di Jovencan: “Ho visto negli occhi di Saccaro la stessa voglia di conoscere la montagna, lo stesso senso di rispetto e di amore che avevamo noi. Cambiano i tempi e i materiali ma gli alpinisti veri sono sempre uguali, con gli stessi desideri e lo stesso piacere di sentire con le proprie mani il calore di montagne diverse".
Il Presidente del Panathlon Club du Val d’Aoste, Carlo Gobbo: “Tutti noi dobbiamo una grande riconoscenza a Lorenzino Cosson. Non è stato facile convincerlo, sappiamo quanto sia schivo ed amante dei silenzi ma Renzino è soprattutto un grande uomo di montagna, capace di emozionarsi ricordando Giorgio Bertone, per il quale sta organizzando una serie di manifestazioni, a 40 anni dalla sua scomparsa in un incredibile incidente aereo che avvenne sotto la cima del Mont Blanc du Tacul".
C’è stato un gran silenzio in sala, spiega Gobbo, "quando abbiamo visto Lorenzino asciugare piccole lacrime parlando dell’amico Arrigo Gallizio, scomparso da pochi giorni, del quale ha detto parole dolcissime ed inediti episodi di grande umanità”.
Durante la conviviale il Panathlon du Val d’Aoste ha salutato l’ingresso del nuovo socio Massimo Altini (foto a lato), presentato dal Vice Presidente del Club, Piercarlo Lunardi. "Il prossimo appuntamento conviviale - conclude Gobbo - è fissato per fine aprile, quando si parlerà di Rally con due piloti di gran classe: Elvis Chentre e Patrizia Perosino. Sarà questa l’occasione per rivisitare il grande rapporto sportivo che la Valle d’Aosta per molto tempo ha saputo esprimere nel mondo rallystico".