/ La tsachà

La tsachà | 16 maggio 2025, 13:46

Contiguïté antisportive

Contiguità antisportiva

Contiguïté antisportive

È una cosa che fa male, Piero. La Valle d’Aosta, terra con una sua autonomia, con la sua storia, la sua cultura e i suoi sacrifici quotidiani, viene considerata da qualcuno – la Federazione Italiana Pallavolo – come un mero “territorio contiguo” al Piemonte. Tradotto: una appendice, una succursale, un non-luogo.

Che questa follia burocratica si traduca nell’esclusione della squadra Under 15 maschile dalle finali nazionali di pallavolo è una vergogna che non si può accettare. È un colpo basso ai nostri giovani, a chi si allena, si impegna e si entusiasma per rappresentare la nostra terra. E questa decisione arriva dopo anni di partecipazioni alle finali, senza che nulla fosse cambiato, se non forse l’incapacità o la cattiva volontà di qualcuno.

Ma la cosa che fa più rabbia è il silenzio della politica valdostana e della FIPAV Valle d’Aosta. Nessuno ha alzato la voce. Nessuno ha messo in chiaro che la Valle d’Aosta non è né un territorio contiguo né un satellite da accorpare. La politica regionale, che dovrebbe difendere a spada tratta la nostra autonomia, si è dimostrata colpevolmente muta, quasi rassegnata.

Non è solo una questione di sport. È il segnale che il nostro status di regione autonoma viene calpestato e ignorato. Che chi gestisce certi meccanismi preferisce la via più facile: appiattire tutto, ridurre la Valle d’Aosta a “territorio contiguo”. E chi dovrebbe difenderci, chi ha il dovere istituzionale e morale di tutelare la nostra identità, tace.

È ora di dire basta. Basta con questa indifferenza, con questi soprusi istituzionali e con il silenzio complice. La Valle d’Aosta non è il Piemonte, non è un territorio contiguo né un pezzo di nessuno. È una regione autonoma, fatta di persone e di giovani che meritano rispetto e considerazione.

Chi amministra questa terra deve reagire, deve farsi sentire. Deve mettere al centro i ragazzi, lo sport, la nostra dignità. Non è più tempo di mezze misure o di comodi silenzi. Perché ogni volta che taciamo, perdiamo un pezzo di autonomia e un pezzo della nostra identità.

Contiguità antisportiva

C’est une blessure, Piero. La Vallée d’Aoste, terre dotée de sa propre autonomie, avec son histoire, sa culture et ses sacrifices quotidiens, est considérée par certains – la Fédération Italienne de Volley-ball – comme un simple « territoire contigu » au Piémont. En clair : une annexe, une succursale, un non-lieu.

Que cette folie bureaucratique aboutisse à l’exclusion de l’équipe masculine des moins de 15 ans des finales nationales de volley-ball est une honte inacceptable. C’est un coup bas porté à nos jeunes, à ceux qui s’entraînent, s’investissent et s’enthousiasment pour représenter notre terre. Et cette décision arrive après des années de participations aux finales, sans que rien n’ait changé, sauf peut-être l’incapacité ou la mauvaise volonté de certains.

Personne n’a clairement affirmé que la Vallée d’Aoste n’est ni un territoire contigu ni un satellite à annexer. La politique régionale, qui devrait défendre bec et ongles notre autonomie, s’est montrée coupablement muette, presque résignée.

Ce n’est pas seulement une question de sport. C’est le signe que notre statut de région autonome est piétiné et ignoré. Que ceux qui gèrent ces mécanismes préfèrent la voie facile : tout aplatir, réduire la Vallée d’Aoste à un « territoire contigu ». Et ceux qui devraient nous défendre, qui ont le devoir institutionnel et moral de protéger notre identité, restent silencieux.

Il est temps de dire stop. Stop à cette indifférence, à ces abus institutionnels et à ce silence complice. La Vallée d’Aoste n’est pas le Piémont, ce n’est pas un territoire contigu ni un morceau de personne. C’est une région autonome, faite de personnes et de jeunes qui méritent respect et considération.

Ceux qui administrent cette terre doivent réagir, doivent se faire entendre. Ils doivent placer au centre les jeunes, le sport, notre dignité. Ce n’est plus le temps des demi-mesures ou des silences confortables. Car chaque fois que nous nous taisons, nous perdons un morceau d’autonomie et un morceau de notre identité.

piero.minuzzo@gmail.com

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore