Onore al merito agli organizzatori del torneo di calcio giovanile Snoopy che si è chiuso domenica scorsa. Grande partecipazione, grande socializzazione tra le speranze del calcio, grande animazione, grande attività ludica, grande e perfetta organizzazione. Grande tutto.
Ma c’è un neo che crea un’ombra su una grandissima e meritevole manifestazione dedicata ai giovani organizzata per educare al rispetto sportivo e al vivere civile.
Il neo sono quei genitori dei giovani giocatori che non hanno compreso lo spirito dello Snoopy, per capire il quale un neurone è già di troppo. Genitori maleducati hanno insultato in modo indecenti alcuni arbitri, alcuni dei quali hanno la medesima età dei loro figli.
Se invece di assistere alla partita dei loro figli assistessero all’arbitraggio di un loro figlio si comporterebbero allo stesso modo insultando il loro figlio arbitro?. Si tratta di un neo che in certi momenti è lievitato fino alla vergogna per quanto quei maleducatissimi genitori rivolgevano a giovani arbitri. Può essere che sbagliassero, ma sicuramente lo facevano per inesperienza ed in buona fede.
I loro figli quanti rigori sbagliano, quante rimesse sbagliano. Quanti palloni mandano a vuoto. Eppure nessuno insulta i loro figli e tanto meno o genitori che hanno figli che sbagliano perché stanno apprendendo i rudimenti di uno sport.
Devono vergognarsi quei genitori. Agli organizzatori dello Snoopy l’augurio di proseguire sulla strada intrapresa con l’invito ad istituire un premio per i tifosi più corretti, educati, più rispettosi di chi, con il suo arbitraggio, magari condito con qualche errore, consente lo svolgimento dello Snoopy.
Al tempo stesso individuare la squadra con il tifo più scorretto, prevedendo magari di non invitarla alla prossima edizione, mentre alla squadra con il tifo più educato omaggiarla dell’iscrizione.
Non possiamo stupirci dei bulli di classe che tormentano, non solo alcuni compagni ma anche gli insegnanti, se gli stessi genitori, anche quando i figli si divertono, insultano l’arbitro invece di insegnare loro il rispetto dell’autorità.
E’ così che si imbruttisce la società, compreso il mondo dello sport. Quei genitori scriteriati vadano ad assistere alle partite di rugby e capiranno cos’è lo sport sano, pulito ed educativo.
Ma anche la classe politica deve fare la sua parte.