BuonGiro - 25 maggio 2025, 08:00

E' il Giro d'Italia ma gira malissimo agli italiani: Ciccone e Tiberi, quanta sfortuna

L'abruzzese nel suo momento migliore per una caduta saluta, Tiberi è attardato e forse abbandona i sogni di gloria. Vince Asgreen. Fiume Veneto-Asiago da seguire con attenzione

Photo credits: LaPresse. Dal comunicato stampa Rcs Sport

Photo credits: LaPresse. Dal comunicato stampa Rcs Sport

La fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo. E nel caso di Giulio Ciccone è proprio il caso di dirlo. L'abruzzese abbandona il Giro d'Italia probabilmente nel momento più positivo della sua carriera da corridore.

Una caduta lo ha messo ko nella tappa di ieri, la Treviso-Nova Gorica e oltre a veder svanito il suo sogno di poter fare una classifica più che dignitosa vista una condizione fisica che oserei dire quasi straripante, dove una lunga rincorsa e oltre 16 minuti di ritardo, aiutato dai compagni, ha dovuto dire addio alla Corsa Rosa senza poter lasciare un segno anche solo in una tappa.

Un vero peccato. Perché l'Italia del ciclismo si aggrappava a lui in questo momento misero di soddisfazioni tricolori. Come se non bastasse, nella caduta in un tratto stretto in terra slovena e mi permetto di dire anche particolarmente pericoloso (l'organizzazione in questo caso poteva fare meglio), era rimasto coinvolto l'uomo italiano di punta, quell'Antonio Tiberi che alla vigilia al terzo posto nella generale ci dava grosse speranze nelle montagne della terza settimana. Ha pagato poco meno di due minuti dalla maglia rosa e forse può dire addio ai sogni di gloria in una tappa che nei giorni precedenti sembrava tutto tranne che da segnare con il cerchiolino rosso sul calendario. Se la giocheranno i velocisti, nessun problema per i big dicevamo (anche ieri non ho problemi a dire che lo avevamo ipotizzato), ma invece quela caduta ha rimesso tutto in gioco dando vita ad uno sbrindellio assoluto.

Pure Del Toro è finito per terra ma ha dimostrato una lucidità fuori dal normale per un 21enne riuscende a rimanere agganciato al gruppo principale dietro ai fuggitivi insieme ad un ottimo Simon Yates (in questa seconda settimana una gran Visma, Van Aert stratosferico) e a Carapaz che a questo punto diventa l'avversario più pericoloso. Pellizzari tiene vivo un Roglic sempre ancora troppo nelle retrovie insieme ad Ayuso (e Bernal). La marcatura tra i due favoriti della vigilia sta diventando una costante ma nel frattempo gli altri non si guardano negli occhi e stanno agendo a differenza loro.

A sorpresa la vecchia volpe Asgreen (in fuga durante la giornata con gli ottima Maestri e Malucelli) ha allungato e si è portato a casa una tappa che sembrava anonima e invece...Difficile credere che Tiberi possa rientrare in corsa ma il 23enne anche lui come Ciccone con la gamba migliore di questo inizi di carriera non si lascerà sopraffare. Con i consigli dell'ever green Caruso, settimo della generale a 37 anni. Immenso. Oggi qualcuno vorrà riscattarsi, il Giro prima dell'ultima sosta avrà molto da dire.

IL COMMENTO TECNICO di Marco Rebagliati

15° Tappa, Fiume Veneto - Asiago di 219 km e 3900 metri di dislivello. Tappa di montagna con la prima parte pianeggiante fino alle porte di Bassano del Grappa seguita da due lunghe salite che portano sull’Altopiano di Asiago. Si scala nella prima parte il Muro di Ca’ del Poggio per superare poi il Piave e raggiungere  la salita di 25 km che lungo la Strada Cadorna porta alla cima del Monte Grappa. Lunga e impegnativa discesa fino a Fonzaso e Arsiè dove si affronta la salita di Enego che porta al GPM di Dori a circa 20 km dall’arrivo. È la classica tappa dove potremmo vedere due gare in una, davanti la lotta per la vittoria di tappa tra i fuggitivi e dietro in gruppo la bagarre tra gli uomini di classifica.

Photo credits: LaPresse. Dal comunicato stampa Rcs Sport

Lucia Mondini

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