La tsachà - 23 maggio 2025, 14:49

Botta e risposta sul trial a Cogne: ambiente vs motociclismo

Un weekend in Valle d’Aosta si prepara a diventare teatro di una nuova sfida: quella tra l’amore per la natura e la passione per le moto da trial

Botta e risposta sul trial a Cogne: ambiente vs motociclismo

Sabato 24 e domenica 25 maggio 2025, la valle di Cogne si prepara ad ospitare due prove del Campionato Interregionale Trial Piemonte-Valle d’Aosta. Un evento sportivo apparentemente di nicchia, ma che ha acceso un fuoco di polemiche e prese di posizione nette. La scena si svolge in un angolo di paradiso alpino, a Plan Cretetta, sopra Gimillan, a pochi passi dal Parco nazionale Gran Paradiso e dal Parco regionale Mont Avic, zone riconosciute come SIC e ZSC (Siti di Importanza Comunitaria e Zone Speciali di Conservazione).

Legambiente Valle d’Aosta non ci sta. Nel comunicato stampa del 23 maggio definisce la scelta del luogo “una sfida alle aree protette e al buon senso”, puntando il dito sul rumore e sull’impatto ambientale. «Chi ha autorizzato queste gare?», si chiede l’associazione. E aggiunge: «Il frastuono non disturberà la fauna protetta? Ha senso organizzare manifestazioni rumorose in territori dove si cerca pace e natura?» Sottolinea inoltre il paradosso: Cogne, una “perla delle Alpi”, ridotta a pista per moto, rischia di perdere quel fascino tranquillo che attira turisti in cerca di relax e paesaggi incontaminati.

Ma la Federazione Motociclistica Italiana (FMI) non ci sta a passare per “guastafeste”. In una risposta precisa e articolata, sottolinea che tutte le autorizzazioni sono state regolarmente concesse, dal Comune di Cogne alla Questura, fino al CONI. Quanto al rumore, rivendica che le moto da trial moderne sono targate, omologate per uso stradale e rispettano i limiti europei sulle emissioni sonore e ambientali.

«Il rumore – spiegano – è paragonabile a quello di un’auto comune e le gare si svolgono in modalità singola: un concorrente alla volta, motore spento durante le attese. Il frastuono è quindi contenuto e difficilmente udibile già a 100 metri di distanza». Inoltre, si giustifica l’uso di sentieri e rocce naturali, con un impatto minimo sull’erba e il sottobosco, e assicura che il Moto Club organizzatore provvederà a eventuali ripristini.

La questione non è solo una banale diatriba tra ambientalisti e motociclisti, ma un nodo cruciale per il futuro dell’autonomia valdostana e la valorizzazione sostenibile del territorio.

Legambiente ha ragione a chiedersi se non esistano alternative meno impattanti. Perché infilare motori rombanti così vicino a un Parco nazionale? Esistono tante altre zone – anche nella nostra Valle – dove il trial potrebbe svolgersi senza rischiare di disturbare la fauna o l’anima stessa del paesaggio alpino.

A proposito delle gare di trial a Cogne? Lì sono forse più un’eccezione che una regola. La Valle d’Aosta ha già sperimentato gare in comuni come Torgnon, Morgex, Fénis, e anche in zone prossime al Parco, come Valsavarenche o Rhêmes-Notre-Dame, con esiti generalmente rispettosi dell’ambiente. Ma è il contesto e la gestione a fare la differenza. Il fatto che a Cogne si siano tracciati i percorsi “quasi esclusivamente su rocce e pietre” è un dettaglio importante, ma non risolve il problema del disturbo acustico e della coerenza con la vocazione turistica del luogo.

Paositivo che la FMI proponga un dialogo aperto e si dica disponibile a iniziative comuni per coniugare sport, natura e sostenibilità. Questo è esattamente lo spirito che serve in Valle d’Aosta: autonomia significa anche saper scegliere in modo consapevole quali attività valorizzare e come farlo senza tradire la nostra terra.

Se vogliamo davvero difendere la nostra autonomia, dobbiamo essere inflessibili nel proteggere i nostri parchi e i nostri paesaggi, ma aperti a proposte sportive che sappiano integrarsi senza devastare o stridere. Forse una gara di trial in alta montagna, in un luogo così vicino a zone protette, è un azzardo che poteva essere evitato. Non mancano certo altre aree, più adatte, magari zone più “industriali” o meno delicate, dove far rombare i motori senza che qualcuno perda il sonno.

Il weekend del 24-25 maggio sarà un banco di prova: riuscirà Cogne a ospitare la gara senza danneggiare il fragile equilibrio della sua natura? La Valle d’Aosta potrà dimostrare che autonomia significa anche responsabilità ambientale? E soprattutto, riusciremo a trovare un compromesso che valorizzi lo sport senza sacrificare la quiete e l’aria pulita, un bene troppo prezioso per noi e per i turisti?

Restiamo in attesa di vedere come andrà, con la speranza che si faccia tesoro delle critiche di Legambiente e che la politica locale prenda posizione per difendere quella perla che è Cogne. Perché autonomia vuol dire anche questo: saper dire no quando serve.

piero.minuzzo@gmail.com

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