Non solo passatempo né semplice folklore: i giochi tradizionali rappresentano una parte viva e pulsante dell’identità collettiva. Venerdì 31 maggio, al Palafent di Brissogne, la Valle d’Aosta sarà protagonista di “Le giornate di Tocatì – Patrimoni ludici della Valle d’Aosta: un dialogo interregionale”, evento promosso dall’Associazione Giochi Antichi (AGA) in collaborazione con la FENT – Federachon Esport de Nohtra Tera.
Si tratta di un’importante tappa del programma Tocatì – Buona Pratica UNESCO, che punta a salvaguardare i Giochi e Sport Tradizionali (GST) come patrimonio culturale immateriale. La manifestazione si articolerà in tre momenti di approfondimento che vedranno confrontarsi studiosi, istituzioni, rappresentanti del Ministero della Cultura, antropologi, amministratori locali e membri delle comunità ludiche.
Il programma si apre alle ore 9 con il tavolo “La FENT. Ripensare la storia, guardare al futuro”, dedicato alla memoria storica dei giochi in Valle d’Aosta e alla loro trasmissione alle nuove generazioni. Un’occasione per riflettere su ciò che la comunità valdostana ha saputo custodire – e spesso reinventare – nel tempo.
A seguire, il confronto si sposterà sul piano delle reti regionali e della co-governance del patrimonio, per poi concludersi nel pomeriggio con un dibattito sulle politiche culturali da sviluppare per il futuro dei giochi e sport tradizionali, tra partecipazione dal basso, educazione, e sviluppo locale.
Tra i nomi in programma: Renzo Testolin, Presidente della Regione Valle d’Aosta, Leandro Ventura dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del MIC, Valentina Lapiccirella Zingari, antropologa e direttrice scientifica di Tocatì, e Fabrizio Vierin, figura di riferimento della FENT e membro dell’AEJEST, rete europea dei giochi storici.
L’appuntamento non è solo celebrativo: è un vero laboratorio di idee e politiche condivise, che parte dalla Valle d’Aosta ma guarda oltre, verso un futuro dove il gioco tradizionale possa essere risorsa educativa, elemento di coesione sociale e volano culturale.
In un mondo che corre veloce, riscoprire il valore del gioco come linguaggio universale e comunitario è un atto di resistenza creativa e civile. Perché in fondo, come diceva Johan Huizinga, “l’uomo è uomo in quanto gioca”.