SPORT POPOLARI - 01 dicembre 2025, 20:17

La moura ruggisce al Palafent: Brissogne incorona i campioni valdostani 2025

Un giorno di grida, cuore e tradizione: la Valle d’Aosta celebra il suo sport più antico e più vivo

Certe giornate non si raccontano: si respirano. Sabato 29 novembre il Palafent di Brissogne ha pulsato come un cuore collettivo, rimbombando di numeri gridati, mani che schioccano nell’aria e sguardi che si incrociano per un lampo appena. È la morra, sì: lo sport che più di ogni altro porta con sé l’anima della Valle d’Aosta. E il Campionato regionale 2025 non è stato solo un torneo, ma un rito. Un momento in cui la nostra comunità si riconosce, si sfida, si esalta.

Fin dal mattino, quando i primi giocatori sono entrati per le iscrizioni, il Palafent ha cambiato atmosfera. Si percepiva quell’energia che accompagna gli eventi speciali: la miscela di concentrazione, amicizia, rivalità e appartenenza che solo gli sport popolari sanno creare. Non serve tecnologia, non servono cronometri laser: bastano due mani e un colpo d’occhio. E una tradizione che parla più forte di mille regolamenti.

Le sfide, una dopo l’altra, hanno acceso l’arena.
La morra non perdona esitazioni: è un gioco che ti mette a nudo, che premia istinto e intelligenza, che ti costringe a essere rapido, lucido e coraggioso. Ecco perché, quando arrivano i verdetti, valgono più di una medaglia: sono la prova di una giornata vissuta a cento all’ora.

Nell’individuale, il titolo è andato a Tiziano Borettaz, che ha saputo tenere i nervi saldi quando tutti attorno a lui trattenevano il fiato. Alle sue spalle Franco Carlin, uomo di esperienza e talento. Terzo posto per Loris Damarino e Mark Lazier, due protagonisti che non hanno mollato un centimetro.

Ma la fotografia più bella arriva dalla categoria Under 25, dove il futuro della morra ha mostrato un volto entusiasta e combattivo. Ha vinto Loris Damarino, seguito da Mark Lazier e Jader Cheillon. Ragazzi che non giocano per tradizione, giocano perché amano questo sport. E questa è la garanzia più preziosa che la Valle può avere.

La sfida a coppie ha regalato momenti di puro spettacolo: affiatamento, intuizione, velocità mentale. A trionfare sono stati Walter Blanchod e Mark Lazier, una coppia esplosiva. Secondi Tiziano Borettaz e Lino Blanchod, terzi Guido Théodule e Franco Carlin, quarti Jader Cheillon e Alex Jeantet. Tutti protagonisti di prove che hanno fatto spellare le mani al pubblico.

A fine giornata, quando il Palafent è tornato silenzioso, è rimasto qualcosa nell’aria: il senso profondo di una comunità che sa celebrare le proprie radici e rinnovarle ogni anno. La morra non è nostalgia: è identità viva. È sport vero, fatto di adrenalina, rispetto e una teatralità che nessuna disciplina moderna potrà mai imitare.

Brissogne, ancora una volta, ha ricordato a tutti noi che ci sono tradizioni che non passano: rinascono. E ogni mano alzata, ogni numero lanciato, ogni vittoria urlata lo conferma.

E a fin, lo sè dic-lo franc: la moura l’è pa un giouë, l’è la voua de noutre payis. Tant que l’èro dzor a batte lo tèmpo, la tradission a moura pa. E noutre, tót ensenble, l’an ten dzeur. (La morra non è un gioco, è la voce del nostro paese. Finché le mani continuano a dare ritmo, la tradizione non muore. E noi, tutti insieme, la teniamo in vita.)

je.fe.