Ingiocabile, forse anche scontato, ma prima di tutto pazzesco. Si sprecano i commenti per Tadej Pogacar che è il più forte corridore in circolazione del 2024 e degli ultimi, direi, 5 anni, da quel terzo posto alla Vuelta di Spagna.
E ha solo 25 anni. Chiaramente le similitudini con Eddy Merckx si stanno sprecando e forse da quello che si è intravvisto in questo Giro d'Italia sta prendendo anche quell'atteggiamento un po' scanzonato che sembrava quasi strano non averlo intravisto nel suo carattere.
E' rispettoso e si dà da fare anche per i compagni (vedi la volata tirata a Molano) però in questa Corsa Rosa sta dando l'impressione di essere più Cannibale, è fortissimo, lo sa e non gli importa di non dovere lasciare neanche le briciole.
Ieri al momento giusto è scattato ha lasciato il gruppo con i suoi rivali e ha recuperato uno dopo l'altro i fughisti di giornata. Stritolando i minuti di svantaggio in salite come il Passo di Foscagno e il Mottolino, non impervie, di più. Ha persino sverniciato un Quintana che volava come non mai, quasi dei tempi migliori, poi secondo al traguardo.
La gente del ciclismo a bordostrada era in visibilio. Non è un corridore italiano ma poco importa, questo richiede lo spettacolo. E lui ne confeziona di continuo. I rivali, non me ne vogliano, sono buoni corridori, però poco possono. Thomas è praticamente al canto del cigno, Martinez è un ciclista discreto da top ten in un Tour e gli altri? Sono comprimari che alla Gran Boucle faticherebbero e non poco. Tiberi è acerbo, crescerà. Il mio appello è: perché un giorno i rivali di Pogacar (Vingegaard, Evenepoel, Roglic, Hindley. Carapaz, Bernal, Geoghegan Hart, Mas), non decidano di confrontarsi con lui nella corsa del Bel Paese? In fondo le tappe più belle le abbiamo qui, poche storie.
Oggi ci si riposa e poi si riparte senza Stelvio ma con una tappa tutta da tenere in considerazione. Molti "delusi" proveranno a muoversi e non escludiamo che proprio l'italiano della Bahrain e magari Fortunato dell'Astana possano tentare l'attacco per un posto al sole e da protagonisti in un Giro che comunque è bellissimo. E non lo dico solo perché c'è il numero uno dei numeri uno.
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