CALCIO - 31 marzo 2022, 13:04

Massimiliano Allgegri ieri oggi domani

L’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri è il protagonista di un’intervista esclusiva realizzata da GQ Italia in edicola dal 5 aprile e della cover di GQ Hype, il nuovo format globale digitale che celebra le star e i personaggi locali, con tutta l'ambizione visiva e giornalistica della carta stampata

Massimiliano Allegri

Massimiliano Allegri è insieme un uomo molto pragmatico e molto dissacrante. Ha una passione viscerale per il suo lavoro ma sta sempre molto attento che non tracimi in ossessione. Ama ridere e scherzare ma ha uno standard etico del lavoro molto elevato. E forse questo è il tratto che lo lega di più al suo club, la Juventus, dove è tornato dopo due anni senza una panchina. Poteva andare a Madrid, sponda Real, ma ha scelto di nuovo la Torino bianconera. Per ragioni di cuore, per motivi personali, ma anche e soprattutto per accettare una sfida che, non sembra, ma in realtà è nuovissima: riportare la Juve dove le spetta, e farlo ridandole l’identità di una squadra che sa soffrire, capire le situazioni, farle proprie, e uscirne vincitrice. Che poi è esattamente il suo modo di vedere il calcio.


Credit Claudia Ferri

“L’ho detto e lo ripeto: quest’anno avevo già firmato un accordo con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato il Presidente e gli ho detto che non sarei andato perché avevo scelto la Juventus. Mi ha ringraziato.

Da quando mi ha chiamato la Juventus a maggio non ho avuto nessun dubbio.”

 

“Tornando ho trovato un gruppo di ragazzi disponibilissimi oltre che tecnicamente bravi. Si sono messi subito a disposizione, con molta voglia di lavorare che è un elemento che ti trasmette questo club. Io credo che la Juve stia ritrovando il senso d’appartenenza, che è molto importante in prima squadra ma anche nel settore giovanile.”

 

“Una sorpresa meravigliosa è stato Danilo. È un campione, un ragazzo molto intelligente, responsabile e che si mette sempre a disposizione della squadra. I Bonucci e i Chiellini li conosciamo già, però Danilo è stato veramente una scoperta.”

 

“La sera che la società ha preso Vlahovic ho chiamato Alvaro e gli ho detto: “non ti muovi da qui perché ora con lui diventi un giocatore molto più importante”, e così è stato. Discutere Morata tecnicamente è da folli; è normale che se gli si chiede di far cose che non è in grado di fare possa non rendere al meglio, ma non dimentichiamoci che lui si è messo a disposizione e ha giocato per mesi in una posizione che non era propriamente la sua.”

 

“Vlahovic è un ragazzo giovane, con poca esperienza internazionale, che però ha qualità, vuole e può migliorare, e ha tutto il tempo per farlo. Davanti alla porta ha una cattiveria assoluta. La Juventus ha fatto un acquisto importante: nel mondo lui, Mbappé e Haaland sono i più forti in circolazione della loro generazione.”

 

“Al di là di alcune cose che sono cambiate e di cui va preso atto – la struttura fisica dei ragazzi, e la globalizzazione del calcio, due fattori che pesano – io credo che il problema principale del nostro calcio è che si usano i giocatori come cavie degli allenatori, sia nelle prime squadre che nei settori giovanili. Ma il calcio è un’arte, madre natura ha il suo peso. Tutti possono migliorare, certo, ma se uno è scarso può diventare meno scarso, non diventerà mai uno bravo. E uno che è bravo può diventare più bravo. Va ovviamente data un’organizzazione, va data un’idea di gioco, poi però il calcio di fatto ha una componente psicologica e umana da cui non si può prescindere: ci sono giocatori che un anno fanno bene e un altro fanno male, perché? Perché sono esseri umani;

i giocatori non sono tutti uguali e non si può pensare che le cose che facciamo un anno andranno bene per tutti gli altri anni. Ai ragazzi va insegnato il gioco del calcio, perché uno che ha conoscenza del calcio poi gioca ovunque.”

 

“Guardiola, che è un allenatore straordinario, cosa ha fatto? Tutti pensano a partire dal basso, lui ha comprato un portiere che lancia la palla a ottanta metri. Questo per dire che spesso la gente si fa abbindolare da cose che non esistono: alla fine c’è da vincere la partita. E tutte le partite non sono uguali, senza contare che all’interno della partita ce ne sono tante diverse.”

L'intervista completa sarà disponibile sul numero di GQ in edicola dal 5 aprile e al link: https://www.gqitalia.it/sport/<wbr></wbr>article/massimiliano-allegri-<wbr></wbr>juve-vita-senza-pallone-<wbr></wbr>intervista

 

red