«È qui che c’è il gusto della battuta, dell’invenzione, è qui che c’è il sapore delle comunità di una volta. Quei convivi pre-televisivi, volgari o nobili, ma comunque autoprodotti, dove ognuno era attore e spettatore.» (S. Benni)
In Giappone è considerato un segno di buona fortuna quando un lottatore di sumo spaventa un bambino e lo fa piangere.