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BOCCE | 09 luglio 2020, 09:19

Bocce: Matteo Golfetto dai consigli di nonno Albano alla maglia azzurra

Matteo Golfetto

Matteo Golfetto

Poco più di un anno fa la Bassa Valle Helvetia di Pont Saint Martin alzò la Coppa di club campione d’Italia under 15 del volo per il secondo anno consecutivo. I baby valdostani erano scesi in campo con tre campioni in carica. Sotto le ali di Matilde Angiari e dei fratelli Matteo e Federico Golfetto,  'patron' Amilcare Giopp si era inventato una cinquina di teenager, smartphone e scarpette da ultimo urlo. Eccoli: Andrea Fasana, Alessia Vuillermoz, Davide Cionin, Emilie Neyroz e David Deglaudi. E da questo splendido giardino primaverile, è sbocciato uno dei fiori più ammirati sulle corsie del volo: Matteo Golfetto.
“Abito a Romano Canavese - si presenta Matteo - un piccolo paesello nei pressi di Ivrea. Sono abituato alla tranquillità della campagna e la confusione delle grandi città non mi entusiasma. Frequento il liceo scientifico Gramsci di Ivrea, indirizzo Scienze applicate con curvatura sportiva. Non ho ancora chiaro cosa farò da grande. Ma quasi di sicuro il mio lavoro avrà a che fare con lo sport. E’ questo il motivo di aver scelto la curvatura sportiva. Se voglio inseguire il mio sogno di lavorare in un ambiente sportivo dovrò quindi frequentare l’università”.
Matteo, a soli sedici anni, gira a fronte alta sui campi del volo. Il palmares di questo baby della boccia metallica è straordinario. Quattro medaglie d’oro e record italiano del tiro progressivo. La prima maglia tricolore se l’è meritata a Savona nel 2018 salendo sul podio più alto del combinato. “Ero molto emozionato e questo non giocava a mio favore. In finale, dopo i previsti otto tiri regolari, la partita era finita in parità. Avevo contro il savonese Alessandro Curto. Spareggio con altri due tiri supplementari. L’ho spuntata. Devo essere sincero. Sono stato anche tanto fortunato”.
L’anno successivo l’esplosione. Tripletta: campione d’Italia under 15 individuale e in coppia con il fratello Federico sui rettangoli di San Damiano d’Asti, titolo nel tiro progressivo saettando sui campi veneziani di Noventa. A questo poker di medaglie, e proprio in quest’ultima specialità, aggiunge, con lo score di 45 centri su 48 lanci, il record italiano. Una performance che eguaglia quello mondiale. Passerella da campione. Sempre con la maglia della Bassa Valle Helvetia di mister Giopp, club dove è nato e cresciuto.
Questa stanga di ragazzo, uno e ottantaquattro per 68 chili, non ha costruito il suo successo per caso. E’ figlio d’arte e si prepara con grande scrupolo prima di scendere in campo. “Mi sono appassionato a questo sport a sei anni. Le prime esperienze le ho fatte nel cortile di casa con nonno Albano, anche lui giocatore, un campione. Mi ha insegnato tutto”.

Figlio d’arte. Nonno, infatti, vinse il titolo italiano nel 1967 a Loano. Tempi eroici. Al suo fianco Sergio Gatto, Giovanni Ardito ed il fortissimo Zanni Lucente. Una super quadretta under 18 con la maglia della Olivetti di Ivrea. Il nipotino Matteo sta facendo ancora meglio. Oltre che nei titoli tricolori e nei record la maglietta aostana ha svettato anche nel campionato di società juniores (due scudetti, under 15 e under 18) e nel Trofeo Coni Kinder Sport di Rimini. Non manca la ciliegina. Vittorioso debutto in azzurro nel Torneo internazionale under 15 di Slovenia nel 2018. Matteo non pratica altri sport. Il suo cuore batte solo per le bocce. Usa le Unibloc 980 grammi girovita 100. A casa si è addirittura creato una piccola palestra. Qui, dopo il tic toc con le bocce sul campo (cinque giorni a settimana), si allena per aumentare la massa muscolare. Gli piacciono tutte le specialità ma preferisce le prove veloci. Nel gioco tradizionale ama fare il bocciatore di testa nelle quadrette. I big che ammira? Daniele Grosso, i fratelli Matteo e Simone Mana, Mauro Bunino e Luigi Grattapaglia. L’idolo è però Mauro Roggero.

“Ha fatto cose straordinarie. Superarlo è un’impresa molto difficile. Però, lavorando sempre con impegno e serietà, l’obiettivo di avvicinarsi e forse superare questo campione può realizzarsi”.
Un giovane e bel ragazzo posa gli occhi su tanti altri panorami. “Se devo essere sincero sino a qualche tempo fa non ci facevo neanche caso. Ma adesso comincio a scorgere qualche ‘strana’ occhiatina da più donzelle. Ricambio volentieri. Ho tante amiche e anche alcune simpatie. Però amiche del cuore per adesso no. In futuro, chissà. Ciò che mi attira di più in una ragazza sono lo sguardo e il fisico. Ma anche il carattere fa la sua parte. Secondo me altre caratteristiche, come il colore dei capelli, se sportiva o meno, e così via, vanno e vengono”.

Matteo non ama molto le camicie. Nel suo armadio solo jeans e t-shirt. Appassionato della moto, appena spente le quattordici candeline ha preso immediatamente la patente. Si è fatto regalare il cinquantino. Quattro hobby: corsa all’aperto, bici, pesca nel fiume e raccolta funghi. “Porcini” sottolinea. Quando il cielo è azzurro e il sole scotta si tuffa con amiche e amici a Chiusella Beach, un piccolo paradiso sulle sponde del torrente che passa vicino a casa. E, alla sera, a turno, a casa di uno o dell’altro. Una pattuglia di teenager che non conosce la noia. A vigilare su Matteo, e il più piccolo Federico, ci sono mamma Raffaella, infermiera nel reparto di ortopedia-traumatologia dell’ospedale d’Ivrea, e papà Fabrizio, anche lui appassionato volista, che lavora per un’impresa edile.
Stuzzichiamo. Bocce gioco per anziani. ”Sì, lo pensano ancora tanti. E’ un luogo comune duro a morire. Ma non è vero. Quello di oggi è uno sport, un bellissimo sport. Chi non ci crede venga a vedere soprattutto le prove veloci. Rimarrà sbalordito. Ci vuole una preparazione atletica non indifferente che richiede molti sacrifici. Alcuni miei coetanei rimangono di ghiaccio dopo che gli faccio vedere i video sulle mie prove del tiro progressivo. Tutti si sono ricreduti sul fatto che non sia uno sport per giovani. Comunque, per far apprezzare ancora di più questo gioco, la Federazione, secondo me, dovrebbe puntare sempre più sul settore giovanile. Bisogna incentivare maggiormente le prove veloci, pubblicizzarle, in modo che i giovani vengano attratti non solamente dal gioco ma anche dall’impegno sportivo che esso rappresenta. Penso che le specialità ideali per mettersi in vetrina alle olimpiadi dovrebbero essere proprio il tiro progressivo, la staffetta e il tiro tecnico di precisione. Hanno una durata molto limitata e così non si rischia di annoiare il pubblico”.

red. spr. - La Cantera della S.B. Bassa Valle Helvetia

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