ATTUALITÀ - 17 aprile 2020, 12:50

Chi pensa allo sport valdostano quando ripartirà?

RESTIAMO A CASA - La Regione Piemonte mette a disposizione 5 milioni di euro nel 2020 per far ripartire lo sport

“Per il 2020 la Giunta regionale approverà un piano di interventi straordinari a sostegno dello sport piemontese, per fare fronte alle grandi criticità dovute all’emergenza sanitaria in corso, che ha costretto il mondo sportivo alla chiusura di impianti e attività”. La notizia non riguarda la Valle d’Aosta. Infatti arriva dalla Regione Piemonte.

Si tratta di misure straordinarie per 5 milioni di euro andranno a sostegno delle diverse tipologie di destinatari che operano nello sport  con particolare attenzione alle piccole realtà e all’attività giovanile, per scongiurare la chiusura definitiva per mancanza di liquidità. Quattro milioni di euro verranno destinati subito a copertura delle spese correnti di funzionamento e di gestione ordinaria degli impianti e delle attività per i mesi di inattività, mentre 1 milione è previsto per i bandi tradizionali, che moduleremo ad emergenza finita anche con il supporto di Coni, Cip e federazioni. In Valle sono a rischio decine e decine di società sportive.

Tante nel calcio che hanno i settori giovanili che sono centri di aggregazioni educativi e sociali indispensabili. Per non parlare degli Enti di Promoziona Sportiva. Il piano triennale della Regione Piemonte si sviluppa su quattro assi d’intervento: impiantistica e promozione sportiva, sport tradizionali, tutela e promozione delle attività delle società storiche del Piemonte, sport invernali olimpici e paralimpici. In Valle pare che nessuno si preoccupi dello sport, soprattutto quello di base. Il numero di società sportive che rischiano di non ripartire è altissimo.

Un conto è aiutare un istruttore del settore giovanile o chi si occupa di ginnastica per gli anziani a prezzi concordati col Comune, un conto finanziare iniziative private che, magari, cercano scorciatoie fiscali. Il futuro è una grande incognita: senza tempi certi pianificare è impossibile. E si deve considerare anche il fatto che, forse, a tante persone mancherà il  coraggio di tornare a fare sport in gruppo perché prevarranno paura e prudenza.

Lo sport è totalmente fermo da un mese: sono tante le associazioni che propongono attività sportive on line per i propri soci cercando di garantire ‘vicinanza’ e supporto emotivo specie a bambini e anziani, ma le palestre e gli impianti sportivi sono chiusi e i progetti socio-sportivi fermi”. Tutto ciò sta producendo danni economici al settore talmente tanto importanti che difficilmente si può sperare in una ripresa totale del comparto.

È del tutto evidente che in questo momento, con gli impianti chiusi, le entrate azzerate e di contro tutte le spese ancora in essere un sistema come quello dello sport dilettantistico, già debole di per sé e che ha sempre vissuto alla giornata, è al collasso.

I 35 di piazza Deffeyes si occupino anche di questo perché: “Secondo i dati dell’Osservatorio permanente sulla promozione sportiva, il mondo dello sport di base sprigiona ogni anno ore di volontariato pari a un valore economico di oltre un miliardo di euro, ma la nostra ricchezza più grande rimane il potere dato allo sport in termini di inclusione sociale, lotta alle discriminazioni, vicinanza ai giovani a rischio disagio. Tutto questo rischia di sparire”.

piero.minuzzo@gmail.com