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CALCIO | 07 dicembre 2018, 21:00

Morto Gigi Radice

Morto Gigi Radice

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Gigi Radice, uno degli allenatori più innovativi e per certi versi rivoluzionari del campionato italiano. Aveva 83 anni e da parecchio tempo era debilitato da una gravissima malattia. Da giocatore Radice era stato una delle colonne del Milan dei primi anni Sessanta, da allenatore è entrato nella leggenda alla guida del Torino che vinse il suo unico scudetto dell’era post-Superga nel 1975-76 e colse un incredibile secondo posto dietro la Juve nonostante fosse riuscito a totalizzare 50 punti sui 60 allora a disposizione.

Il Torino di Gigi Radice portò in Italia valori nuovi per il calcio nostrano come il pressing e il possesso palla, ereditandoli da squadre come l’Olanda. Il suo era considerato un calcio “spettacolo” contrapposto a quello più tradizionale della Juve di Trapattoni. Era il Toro della coppia gol formata da Paolino Pulici e Francesco ‘Ciccio’ Graziani, due che si completavano bene e che incarnavano a meraviglia il ‘Cuore Toro’. Pressing a tutto campo, soprattutto. Una novità, quantomeno in Italia, negli anni ’70. Una squadra plasmata pezzo per pezzo, pescando soprattutto in provincia e nella zona del nord Milanese di cui lo stesso Radice era originario.

Il suo Torino era quello del portiere, il “Giaguaro” Luciano Castellini, dei terzini Santin e Salvadori, ma anche della grinta di Patrizio Sala, delle giocate del ‘Poeta’ Claudio Sala, e di Eraldo Pecci e Renato Zaccarelli. E poi appunto in attacco la potenza mista a talento di Pulici e Graziani. Un gruppo unito dentro e fuori dal campo e capace di avere la meglio sui bianconeri.

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