/ SPORT INVERNALI

SPORT INVERNALI | 28 giugno 2017, 08:00

Sci nordico: L'addio di Giorgio Di Centa "Dopo 28 anni era la cosa giusta da fare"

Il campione olimpico nella 50km a Torino 2006 sarà tecnico dei materiali per il CS Carabinieri: "Sarà una nuova esperienza e il primo impatto è stato positivo; agli atleti più giovani dico che nel fondo chi perseverà avrà grandi soddisfazioni"

Sci nordico: L'addio di Giorgio Di Centa "Dopo 28 anni era la cosa giusta da fare"

Dopo quasi trent’anni di carriera, Giorgio Di Centa ha detto basta, ha deciso di fermarsi, al termine di una stagione nella quale, a 44 anni, è riuscito ancora a gareggiare in Coppa del Mondo, facendo anche parte della staffetta azzurra nella gara di La Clusaz. Il carabiniere friulano ha vinto tanto nella sua carriera: due ori olimpici a Torino nel 2006 (staffetta e 50km), un argento in staffetta a Salt Lake City, sei gare di Coppa del Mondo (una individuale e cinque in staffetta), nella quale ha colto complessivamente 27 podi, oltre a un argento e tre bronzi ai Mondiali.

«Ho preso questa decisione con calma in primavera – ha spiegato Di Centa a Fondoitalia – per diversi motivi, la maggior parte dei quali preferisco tenere per me. Ho consultato il mio Centro Sportivo e insieme abbiamo capito che il ritiro fosse la scelta migliore da prendere. Ho iniziato a lavorare, sempre per il CS Carabinieri, come tecnico dei materiali, una nuova esperienza che ho intrapreso insieme alla squadra ad Auronzo. Il primo impatto con questo nuovo ruolo è stato positivo, mi sta piacendo e sto facendo esperienza».

Dopo tanti anni Di Centa potrà finalmente passare un’estate senza preoccuparsi della preparazione.

«È stato difficile arrivare a una decisione – ha ammesso l’azzurro – ma ora sto benissimo, perché avevo bisogno di prendermi una pausa, in questi ultimi tre mesi non ho dovuto pensare agli allenamenti, ma dedicarmi alla mia famiglia, agli hobby nelle ore libere e soprattutto a seguire i ragazzi del Centro Sportivo. Ancora non mi manca il fondo, anche perché dopo quasi 28 anni era il momento giusto per fermarsi. Tra le tante ragioni, mettiamoci anche che la schiena era parecchio usurata e dovevo stare attento, visto che mi ero già operato una volta. Poi ci sono altre motivazioni più personali, che tengo per me».

L’atleta friulano è poi tornato sulla sua carriera, in particolare sul momento che ritiene essere il più bello: «Nessun ricordo può essere migliore rispetto a quello legato alle Olimpiadi di Torino. In otto giorni ho realizzato il sogno di ogni fondista e vissuto le due soddisfazioni più grandi della mia carriera. Prima la magnifica vittoria in staffetta, che mi ha dato ulteriore consapevolezza dei miei mezzi e messo serenità, poi il successo nella 50km, che resterà per sempre e sarà un ricordo indelebile»

Infine, Di Centa ha dato un consiglio agli atleti che sognano di raggiungere i suoi traguardi: «Per ottenere grandi risultati si deve sempre lavorare a testa bassa, senza mai smettere di crederci. Lo sci di fondo paga sempre in ritardo, spesso dopo tanti anni. Non si arriva subito al successo, ma per raggiungerlo bisogna guadagnarselo pezzo dopo pezzo. Chi persevera avrà grandi soddisfazioni». 

Giorgio Capodaglio

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore